“NON C'È PIÙ RIPOSO”: COLINET E GLI INFORTUNI DELLA JUVENTUS - 29: questo è il numero totale di infortuni capitati nell'arco di questa stagione ai calciatori della Juventus. Una cifra enorme, soprattutto se consideriamo il fatto che mancano ancora due mesi abbondanti al termine. La rosa della Vecchia Signora è stata martoriata, falcidiata, da questi incidenti di percorso fisici, annoverabili tra le tante concause che hanno portato alla "terrible season" di quest'anno.
Ma come si è arrivati a tutto ciò? Quale è la possibile spiegazione dietro a questo fenomeno ricorrente; o, per meglio dire, qualcuno ha provato anche solo a cercarla? Pare di no: in effetti, sembra che sia molto più semplice lasciare perdere, mettere la testa sotto la sabbia e dare la colpa solo e solamente alla cattiva sorte.
Invece bisognerebbe scavare più a fondo e provare a comprendere da chi o da che cosa possa derivare. Noi di Numero Diez ci siamo messi in gioco, e una mezza idea ce la siamo fatta. E, udite udite, il protagonista è un signore che probabilmente non avrete mai nemmeno sentito nominare, ma che potrebbe aver giocato un ruolo fondamentale (in negativo) sia per Motta e la sua conferma in panchina, sia per la Juventus stessa.
“NON C'È PIÙ RIPOSO”: COLINET E GLI INFORTUNI DELLA JUVENTUS - LA FIGURA DI SIMON COLINET
“NON C'È PIÙ RIPOSO”: COLINET E GLI INFORTUNI DELLA JUVENTUS - Thiago Motta sta venendo criticato per qualsiasi avvenimento nefasto in casa Juventus, dalla mancanza di idee e di polso, alla gestione dei giocatori, arrivando sino ai risultati estremamente carenti dell'ultimo periodo. C'è però una cosa per cui non è mai stato attaccato: i continui ed esasperanti infortuni muscolari, che stanno debilitando la Vecchia Signora da agosto ad oggi.
In primis va fatta una doverosa premessa: bisogna ammettere che, sugli infortuni traumatici, Motta è stato veramente sfortunato. Va bene che nell'arco di una stagione possono capitare e sono da mettere in conto, ma 8 sono davvero tanti. Se poi calcoliamo che tre di essi sono molto gravi e con tempi di recupero lunghissimi (vedi Bremer, Cabal e Milik), allora possiamo proprio dire che la cattiva sorte si è accanita ferocemente sui bianconeri. Questa però è solo una piccola fetta della grande torta: la restante parte, quella riguardante gli infortuni muscolari, è stata quella che ha messo davvero in ginocchio la Juventus e su cui sorgono i maggiori dubbi riguardo la gestione.
Qui entra in gioco una figura chiave, quasi mai menzionata, ma che in questo ambito ha giocato un ruolo fondamentale: stiamo parlando di Simon Colinet, nuovo preparatore atletico della Juventus e fedelissimo di Thiago Motta dai tempi di PSG e Bologna. A dire il vero, un breve momento di gloria Colinet se lo era ritagliato ad inizio stagione: nei filmati pubblicati sui canali social bianconeri durante il ritiro estivo, si vedeva il preparatore che guidava esercizi e ripetute senza sosta, accompagnando spesso le sedute con i soliti incitamenti, e la frase ricorrente "Non c'è più riposo!". Inizialmente tutta questa carica lasciava presagire buone sensazioni per la nuova annata, soprattutto lato tifosi, visti pure gli elogi che Colinet aveva ricevuto durante le precedenti esperienze. Col senno di poi, probabilmente tutto questo sovraccarico si è rivelato controproducente.
“NON C'È PIÙ RIPOSO”: COLINET E GLI INFORTUNI DELLA JUVENTUS - I DATI DA PELLE D'OCA
“NON C'È PIÙ RIPOSO”: COLINET E GLI INFORTUNI DELLA JUVENTUS - Chiaramente noi non abbiamo né la laurea né le competenze necessarie per mettere becco sul lato tecnico, e ci mancherebbe altro: quello che però abbiamo sono gli occhi per vedere e la mente per pensare razionalmente. E se li combiniamo insieme, siamo in grado di analizzare in maniera fredda, analogica e totalmente imparziale i dati, che sono pubblici ed eclatanti.
21 infortuni muscolari capitati in una sola stagione (e non è ancora terminata) sono un'infinità, soprattutto se consideriamo tutto ciò che comportano. L'assenza, in questi casi, non è mai inferiore alle due settimane solitamente; anzi, i bianconeri hanno avuto esempi estremi in questo senso. Nico Gonzalez ha saltato ben 13 partite consecutive, Kalulu 7, Rouhi e Savona 4; per non parlare del primatista di questa speciale classifica, la cui situazione verrà analizzata più accuratamente in seguito.
Tale epidemia ha portato la squadra di Motta a presentarsi a diverse partite, specialmente nella fase novembre-dicembre, con la rosa ridotta ai minimi termini: l'emblema è stata la gara di Champions League contro l'Aston Villa, con la Juventus costretta a recarsi a Birmingham con soli 17 calciatori a disposizione, tra cui tre portieri. Il problema è che non è stato un unicum: sono state diverse le partite in cui Motta ha avuto a disposizione un numero risicato di giocatori, manco si stesse giocando al CSI o all'oratorio, con tutto il rispetto per le suddette.
Il dato più sconcertante è però un altro: se andiamo ad analizzare lo "score" di questa stagione, si può constatare che SOLO Di Gregorio, Perin, Gatti, Locatelli, Yildiz e Mbangula, tralasciando il partente Fagioli e le new entry Kelly, Alberto Costa e Kolo Muani, non sono mai stati fermi per infortunio. Gli altri 18 componenti della rosa, chi in maniera reiterata e chi per una sola volta, hanno dovuto fermarsi obbligatoriamente presso il J-Medical per cure e terapie specifiche. Il "Santo Stefano" moderno, il martire più colpito è ovviamente Douglas Luiz, che ha saltato la bellezza di 17 partite a causa di problemi di natura muscolare. Va bene la storia clinica e i precedenti di ognuno, ma se il fenomeno è così diffuso qualcosa che non quadra c'è.
“NON C'È PIÙ RIPOSO”: COLINET E GLI INFORTUNI DELLA JUVENTUS - LE IPOTESI
“NON C'È PIÙ RIPOSO”: COLINET E GLI INFORTUNI DELLA JUVENTUS - Ma se Colinet era ed è considerato un guru della preparazione atletica, come si spiega il disastro di quest'anno? Il curriculum parla da solo ed è pieno di eccellenza, ma può darsi che Colinet abbia cambiato modus operandi su espressa richiesta di Motta, che alla prima esperienza su una grande panchina voleva partire subito con la sesta marcia. Ottenendo però, di fatto, l'effetto contrario con il passare del tempo.
Come è altrettanto plausibile che Colinet abbia sbagliato i calcoli della preparazione, magari non prendendo in considerazione la storia recente che avvolge la Continassa dal mistero: è infatti cosa nota, un po' come si vociferava a Trigoria qualche anno fa per i legamenti crociati, che il centro di allenamento della Juventus sia terreno fertile per questo tipo di problemi in particolare.
C'è spazio pure per un'altra chiave di lettura: magari Colinet, non abituato a lavorare con una squadra impegnata in tre competizioni, ha riadattato il proprio programma in maniera errata rispetto alle esigenze della Juventus, e tale pecca ha inficiato enormemente sulla situazione legata agli infortuni. L'ultima spiegazione che viene in mente è che veramente la Juventus è stata colpita da una sorta di maledizione, con la classica "nuvola di Fantozzi" che quest'anno ha deciso di permanere incessantemente sopra l'Allianz Stadium, scatenando la propria potenza sui poveri e incolpevoli calciatori bianconeri.
Probabilmente non sapremo mai quali motivi hanno effettivamente portato nel concreto a questa epidemia, non essendo stati a stretto contatto con l'ambiente Juve e non essendo esperti in materia. Però, con cognizione di causa e spirito critico, possiamo affermare che, nel gioco del calcio, la preparazione atletica è fondamentale, sia nel bene che nel male, ed è direttamente proporzionale rispetto ai problemi muscolari. E su questo non ci piove: si può discutere sulle postille, ma il concetto chiave rimarrà per sempre, fino a nuovo ordine o innovazione. E il responsabile di questa specifica area, Simon Colinet, è il principale indiziato.
Sta di fatto che questo problema sta portando alla rovina Thiago Motta, trascinando con sé la Juventus all'ennesimo anno di mediocrità del post-nove scudetti consecutivi.